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Uso di farmaci antidepressivi e rischio futuro di malattie cardiovascolari


L'associazione tra uso di antidepressivi e rischio di malattia cardiovascolare rimane controversa, in particolare in soggetti inizialmente sani.

Dato che gli antidepressivi, come gli inibitori selettivi del riassorbimento della serotonina ( SSRI ) sono ormai prescritti non solo per la depressione, ma anche per una vasta gamma di condizioni cliniche, questo aspetto ha rilevanza per la popolazione generale.

E' stata valutata l'associazione tra uso di farmaci antidepressivi e il rischio futuro di malattia cardiovascolare in un campione rappresentativo di adulti senza malattia cardiovascolare nota.

Uno studio prospettico di coorte di 14.784 adulti ( età media 52.4, 43.9% maschi ) senza una storia conosciuta di malattia cardiovascolare è stato redatto dal Scottish Health Surveys.
Tra i partecipanti allo studio, il 4.9% aveva riferito di aver fatto uso di farmaci antidepressivi.

Gli eventi cardiovascolari incidenti ( compresi morte per malattia cardiovascolare, infarto del miocardio non-fatale, interventi chirurgici coronarici, ictus e scompenso cardiaco ) nel corso degli 8 anni di follow-up sono stati accertati mediante un sistema di registri nazionali, per un totale di 1434 eventi registrati.

L'uso di antidepressivi triciclici è stato associato ad aumento del rischio di malattia cardiovascolare ( hazard ratio multivariata aggiustata, HR=1.35 ) dopo valutazione di una serie di covariate.

C'è stata una non-significativa associazione tra uso di antidepressivi triciclici ed eventi coronarici ( 969 eventi, HR multivariata aggiustata=1.24 ).

L'uso di farmaci SSRI non è stato associato a malattia cardiovascolare.

Nessuna classe di farmaci è stata associata al rischio di mortalità per tutte le cause.

In conclusione, sebbene sia necessario replicare lo studio, l'aumento del rischio di malattia cardiovascolare negli uomini e nelle donne che assumono antidepressivi triciclici non è stato spiegato dalla presenza di malattia mentale, il che suggerisce che questi farmaci sono associati ad un eccessivo aggravio della malattia. ( Xagena2011 )

Hamer M et al, Eur Heart J 2011; 32: 437-442



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