Aggiornamenti in Aritmologia
Cardiobase
Prevenzione e  Terapia dello Scompenso Cardiaco
Xagena Mappa

Benefici del Coenzima Q10 nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica moderata-grave


Quando aggiunto alla terapia convenzionale, il Coenzima Q10 ( CoQ10 ) ha prodotto un miglioramento degli esiti nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica, forma moderata o grave.

A 2 anni, i pazienti che hanno ricevuto il Coenzima Q10 hanno presentato un significativamente più basso tasso di eventi avversi cardiovascolari maggiori ( MACE ), rispetto a coloro che non avevano assunto il supplemento ( 14% versus 25%; hazard ratio, HR=2 ).

Nel gruppo dei pazienti che hanno assunto il Coenzima Q10 è stata riscontrata una riduzione significativa sia della mortalità globale sia della mortalità cardiovascolare; è stata anche osservata una tendenza non-significativa verso una più bassa incidenza di eventi avversi ( P=0.073 ).

Il Coenzima Q10 è un prodotto naturale dell’organismo ed è coinvolto nella produzione di energia. E’ venduto come integratore.

In precedenza, studi hanno mostrato che i livelli di Coenzima Q10 sono ridotti nei campioni di biopsia cardiaca dei pazienti con forma più grave di scompenso cardiaco, e che bassi livelli plasmatici del coenzima sono correlati a un aumento della mortalità nella insufficienza cardiaca.

Studi più piccoli hanno dimostrato alcuni benefici della assunzione di Coenzima Q10 nei pazienti con scompenso cardiaco, ma nessuno di questi studi aveva una potenza statistica sufficiente per dimostrare un effetto sulla sopravvivenza.

Lo studio Q-SYMBIO è stato condotto in 17 Centri in Australia, Austria, Danimarca, Ungheria, India, Malesia, Polonia, Repubblica slovacca e Svezia; sono stati arruolati in totale 420 pazienti con scompenso cardiaco cronico in classe NYHA III-IV.
La maggior parte dei pazienti aveva una frazione di eiezione ridotta ( media 31% ); l'età media era di 62.3 anni.

I pazienti, oltre alla terapia standard anti-scompenso, hanno ricevuto il Coenzima Q10 alla dose di 100 mg tre volte al giorno oppure placebo.

L'endpoint primario di lungo periodo era un composito di ospedalizzazione non-pianificata dovuta a peggioramento dello scompenso cardiaco, morte cardiovascolare, trapianto cardiaco urgente o supporto meccanico, a 2 anni.
E’ stata effettuata anche una valutazione a breve termine ( 3 mesi ).

Dopo 3 mesi, la percentuale dei pazienti che hanno presentato miglioramenti della classe funzionale NYHA era simile nei due gruppi ( 44% nel braccio Coenzima Q10 versus 39% nel braccio placebo ).

Dopo 2 anni, la percentuale dei pazienti che hanno presentato un miglioramento era maggiore nel gruppo Coenzima Q10 ( 58% versus 45% ; P=0.047 ). Alcuni pazienti sono passati dalla classe NYHA IV alla classe I.

In aggiunta all’endpoint primario degli eventi avversi cardiovascolari maggiori, sono state riscontrate riduzioni significative della mortalità globale ( 9 versus 17%; P=0.03 ) e della mortalità cardiovascolare ( 8 versus 15%; P=0.02 ) tra i pazienti che hanno assunto Coenzima Q10. ( Xagena2013 )

Fonte: Heart Failure Congress, 2013

Cardio2013 Farma2013


Indietro