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Contropulsazione con palloncino intra-aortico nell’infarto del miocardio con shock cardiogeno


Nelle attuali lineeguida internazionali, la contropulsazione con palloncino intra-aortico viene considerato un trattamento di classe I per lo shock cardiogeno che complica l’infarto acuto del miocardio.

Tuttavia, le evidenze si basano soprattutto sui dati ottenuti da registri e sono disponibili pochi studi randomizzati sull’argomento.

È stato condotto uno studio randomizzato, prospettico, in aperto e multicentrico nel quale 600 pazienti con shock cardiogeno come complicanza dello infarto acuto del miocardio sono stati assegnati in maniera casuale ad essere sottoposti a contropulsazione con palloncino intra-aortico ( gruppo contropulsazione, n=301 ) oppure a non essere sottoposti a tale procedura ( gruppo controllo, n=299 ).

Era atteso che tutti i pazienti venissero sottoposti a rivascolarizzazione precoce ( con intervento coronarico percutaneo o chirurgia di bypass ) e ricevessero la migliore terapia medica disponibile.

L’endpoint primario di efficacia era la mortalità per tutte le cause a 30 giorni.

Le valutazioni di sicurezza includevano sanguinamento maggiore, complicanze ischemiche periferiche, sepsi e ictus.

Un totale di 300 pazienti nel gruppo contropulsazione e 298 nel gruppo controllo sono stati inclusi nell’analisi per l’endpoint primario.

A 30 giorni, 119 pazienti nel gruppo contropulsazione ( 39.7% ) e 123 nel gruppo controllo ( 41.3% ) sono deceduti ( rischio relativo con contropulsazione, RR=0.96; P=0.69 ).

Non sono emerse differenze significative negli endpoint secondari o nelle misure di avanzamento della cura, inclusi tempo alla stabilizzazione emodinamica, lunghezza della permanenza nel reparto di terapia intensiva, livelli sierici di lattato, dose e durata della terapia con catecolamine e funzione renale.

Il gruppo contropulsazione e il gruppo controllo non hanno mostrato differenze significative nei tassi di sanguinamento maggiore ( 3.3% e 4.4%, rispettivamente; P=0.51 ), complicanze ischemiche periferiche ( 4.3% e 3.4%, P=0.53 ), sepsi ( 15.7% e 20.5%, P=0.15 ) e ictus ( 0.7% e 1.7%, P=0.28 ).

In conclusione, l’uso della contropulsazione con palloncino intra-aortico non ha ridotto significativamente la mortalità a 30 giorni nei pazienti con shock cardiogeno come complicazione dell’infarto miocardico acuto per i quali era stata pianificata una strategia di rivascolarizzazione precoce. ( Xagena2012 )

Thiele H et al, N Engl J Med 2012; 367: 1287-1296


Cardio2012



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