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Aggiornamento in Medicina
L’anemia acuta per perdita di sangue è una complicanza comune dopo intervento coronarico percutaneo ( PCI ), che induce ad effettuare trasfusioni di sangue.
Ricercatori del William Beaumont Hospital nel Michigan ( USA ) hanno valutato l’impatto del tipo di gruppo sanguigno e l’età degli eritrociti trasfusi sulla mortalità dopo trasfusioni di sangue nei pazienti sottoposti a PCI.
Lo studio ha riguardato 326 pazienti tra gennaio 1995 ed aprile 2003.
I pazienti che hanno ricevuto sangue vecchio di oltre 25 giorni avevano una minore probabilità di sopravvivenza 5 anni dopo l’intervento di PCI.
Anche i pazienti che hanno ricevuto sangue con gruppo sanguigno di tipo A hanno presentato un aumento del 30% del rischio di mortalità 5 anni dopo l’intervento coronarico percutaneo, mentre per i pazienti che hanno ricevuto sangue di tipo AB, il rischio è risultato aumentato del 25% rispetto al sangue di tipo 0.
Inoltre, il sangue del gruppo sanguigno di tipo A e di tipo AB era significativamente più vecchio rispetto al sangue di tipo 0.
Anche dopo aggiustamento, la trasfusione di sangue di tipo A e di tipo AB è risultata indipendentemente associata ad un aumento della mortalità.
I pazienti che sono morti entro 5 anni dalla trasfusione dopo cateterizzazione avevano una maggiore probabilità di presentare una ridotta funzionalità renale al basale.
Inoltre, questi pazienti avevano una maggiore probabilità di aver sofferto di complicanze di cateterizzazione, tra cui intubazione ed insufficienza renale.
Secondo Peter S. Kim del William Beaumont Hospital e principale autore dello studio, sebbene le trasfusioni di sangue siano vitali nell’anemia dovuta ad intervento coronarico percutaneo, esse possono anche aumentare il rischio di mortalità.
Anche specifici gruppi sanguigni possono favorire lo sviluppo di future complicanze. ( Xagena2006 )
Fonte: American College of Cardiology – Meeting, 2006
Cardio2006