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La terapia di resincronizzazione cardiaca offre maggiori benefici per i pazienti con dissincronia e funzione contrattile relativamente preservata


I pazienti con dissincronia ventricolare e ventricoli ancora vitali hanno più probabilità di trarre beneficio dalla terapia di resincronizzazione cardiaca ( CRT ) combinata con la defibrillazione.
Queste le conclusioni dell'ultima analisi dello studio MADIT-CRT, presentata durante l’Heart Failure Congress.

Lo studio MADIT-CRT ( Multicentre Automatic Defibrillator Implantation Trial-CRT ) aveva come obiettivo quello di verificare i benefici dell’impianto di un dispositivo CRT-D ( che combina terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillazione ), o del solo defibrillatore cardioverter impiantabile ( ICD ) tradizionale nei pazienti con scompenso cardiaco lieve ( classe NYHA I o II ).

In studi precedenti i dispositivi CRT-D avevano mostrato benefici nei pazienti con grave insufficienza cardiaca ( classe NYHA III o IV ).

Nello studio MADIT-CRT, 1820 pazienti con scompenso cardiaco in classe NYHA I e II, QRS largo e disfunzione ventricolare sinistra sono stati randomizzati in un rapporto 3:2 a ricevere CRT-D ( n=1089 ) o solo ICD ( n=731 ).
Dopo un periodo di follow-up medio di 2.4 anni, era stata osservata una maggiore riduzione del 40% dell'endpoint primario di mortalità o di insufficienza cardiaca nei pazienti trattati con CRT-D.

Tuttavia, praticamente in tutti gli studi che hanno riguardato CRT-D circa il 30% dei pazienti non ha risposto alla terapia.

Nell’attuale studio si è voluto verificare se il grado di sincronia ( in cui le pareti del ventricolo sinistro si contraggono all'unisono ) possa influenzare la probabilità dei pazienti a rispondere a CRT-D.

In questa ultima analisi del MADIT-CRT, gli investigatori hanno analizzato gli ecocardiogrammi di 1077 pazienti arruolati nello studio MADIT-CRT ( CRT-D n=66; ICD, n=416 ) che avevano immagini ecocardiografiche di qualità sufficiente per consentire l'analisi della sincronia e della funzione contrattile.

E’ stato riscontrato che i pazienti con dissincronia lieve o moderata al basale ( definita come tempo al picco strain trasversale SD di 142-230 ms ) e più grande funzione contrattile al basale ( strain longitudinale maggiore di -8.7%) sono migliorati in misura maggiore quando randomizzati al gruppo CRT-D rispetto al gruppo ICD.

Lo studio ha mostrato che nell’arco di un anno ogni riduzione di 10 ms nella dissincronia del ventricolo sinistro era associata ad una diminuzione del 3% dell'endpoint primario di mortalità o di insufficienza cardiaca; ogni aumento di 5 punti in assoluto nello strain del ventricolo sinistro era associato a una riduzione del 75% nell’esito primario.

Questi risultati stanno ad indicare che i pazienti che hanno maggiori probabilità di beneficiare di CRT-D sono quelli con dissincronia che hanno ancora una funzione contrattile relativamente preservata.
I miglioramenti nella sincronia e nella funzione contrattile sono risultati correlati a una ridotta mortalità e a una diminuzione degli eventi di insufficienza cardiaca. ( Xagena2011 )

Fonte: European Society of Cardiology, 2011


Cardio2011


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