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L’impatto dell’insufficienza renale sugli esiti clinici nei pazienti sottoposti ad interventi coronarici percutanei


Lo studio ha esaminato l’effetto dei vari gradi di insufficienza renale sulla morte e sugli eventi coronarici durante e dopo un intervento coronarico percutaneo ( PCI ).
Ci sono pochi dati riguardo all’impatto dell’insufficienza renale lieve-moderata sugli esiti clinici dopo PCI.
L’incidenza di mortalità per tutte le cause e di mortalità cardiaca è stata calcolata su 5.327 pazienti sottoposti a PCI nel periodo compreso tra il 1° gennaio 1994 ed il 31 agosto 1999 presso la Mayo Clinic.
La mortalità ospedaliera è risultata significativamente associata all’insufficienza renale (p = 0.001).
Anche dopo una procedura PCI di successo, la mortalità ad 1 anno era dell’1,5% quando la clearance della creatinina era superiore o uguale a 70 ml/min ( n = 2.558 ), 3,6% quando era compresa tra 50 e 69 ml/min (n = 1.458), 7,8% quando era tra 30 e 49 ml/min (n = 828) e 18,3% quando era inferiore a 30 ml/min (n = 141).
La percentuale di mortalità del 18,3% nel gruppo con clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min è risultata simile alla percentuale di mortalità del 19,9% che si riscontra nei pazienti in dialisi (n = 46).
Pertanto l’insufficienza renale è un forte predittore di morte e di successivi eventi cardiaci durante e dopo PCI.

Best PJM et al, J Am Coll Cardiol 2002; 39: 1113-1119
( Xagena2002 )


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