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Riduzione della rivascolarizzazione con Icosapent etile: approfondimenti dello studio REDUCE-IT


I pazienti con elevati livelli di trigliceridi nonostante la terapia con statine hanno un aumentato rischio di eventi ischemici, comprese le rivascolarizzazioni coronariche.

Nello studio REDUCE-IT ( The Reduction of Cardiovascular Events with Icosapent Ethyl-Intervention Trial ), uno studio multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo, pazienti trattati con statine con trigliceridi elevati ( 135-499 mg/dl ), lipoproteine a bassa densità [ LDL ] controllate ( 41-100 mg/dl ) e malattie cardiovascolari accertate o diabete mellito più altri fattori di rischio sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Icosapent etile ( Vazkepa ) 4 g/die oppure placebo.

Gli endpoint compositi primari e secondari chiave si sono significativamente ridotti.
Le analisi prespecificate hanno esaminato tutte le rivascolarizzazioni coronariche, le rivascolarizzazioni ricorrenti e i sottotipi di rivascolarizzazione.

In totale 8.179 pazienti assegnati in modo casuale sono stati seguiti per 4.9 anni ( mediana ).

Le prime rivascolarizzazioni sono state ridotte al 9.2% ( 22.5 / 1.000 anni-paziente ) con Icosapent etile rispetto al 13.3% ( 33.7 / 1.000 anni-paziente ) con placebo ( hazard ratio, HR=0.66; P minore di 0.0001; numero necessario da trattare per 4.9 anni=24 ); riduzioni simili sono state osservate nelle rivascolarizzazioni totali ( prima e successive ) ( rate ratio binomiale negativo, 0.64; P minore di 0.0001 ) e tra rivascolarizzazioni elettive, urgenti ed emergenti.

Icosapent etile ha ridotto significativamente l'intervento coronarico percutaneo ( HR=0.68; P minore di 0.0001 ) e il bypass coronarico ( HR=0.61; P=0.0005 ).

Icosapent etile ha ridotto la necessità della prima e successiva rivascolarizzazione coronarica nei pazienti trattati con statine con livelli elevati di trigliceridi e aumento del rischio cardiovascolare.
Icosapent etile è il primo trattamento per abbassare le lipoproteine non-a-bassa densità che ha dimostrato di ridurre l'intervento di bypass coronarico in uno studio randomizzato in cieco. ( Xagena2021 )

Peterson BE et al, Circulation 2021; 143: 33-44

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