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Studio REPAIR-AMI: infusione intracoronarica di cellule progenitrici derivate dal midollo osseo nell’infarto miocardico acuto


Nonostante gli avanzamenti nella terapia dell’infarto miocardico acuto, l’incidenza di morbilità e di mortalità associata alla disfunzione ventricolare sinistra post-infartuale rimane alta.

Ad oggi, la prevenzione dell’insufficienza cardiaca post-infarto miocardico è stata limitata ad una rapida riperfusione ed alla terapia farmacologica post-infarto.

Nuovi approcci, tra cui la terapia con cellule staminali, possono permettere di prevenire il danno da riperfusione e migliorare la guarigione dell’infarto.

Diversi studi pre-clinici e piccoli studi clinici hanno dimostrato il potenziale beneficio delle terapie basate sulle cellule derivate dal midollo osseo nel trattamento della disfunzione ventricolare sinistra post-infarto.

Lo studio REPAIR-AMI ( Reinfusion of Enriched Progenitor Cells And Infarct Remodelling in Acute Myocardial Infarction ) ha valutato gli effetti del trasporto intracoronarico delle cellule progenitrici dopo intervento coronarico percutaneo ( PCI ) per infarto miocardico con sopraslivellamento ST.

Lo studio ha riguardato 204 pazienti di 17 centri in Germania ed in Svizzera.
Dopo prelievo del midollo osseo, i pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere un’infusione intracoronarica, nell’arteria associata all’infarto, di cellule progenitrici mononucleari autologhe ( gruppo BMC ) oppure placebo, 3-6 giorni dopo l’infarto miocardico acuto.

L’end point primario era rappresentato dall’aumento assoluto della frazione di eiezione ventricolare sinistra.

Una media di 236 milioni di cellule è stata iniettata nell’arco di 4 giorni dopo l’intervento PCI.

La frazione d’eiezione è risultata più alta in entrambi i gruppi a 4 mesi rispetto al basale, ma l’aumento è risultato più alto nel gruppo BMC rispetto al gruppo placebo ( 5.5% versus 3%; p = 0.014 ).

Nelle analisi dei sottogruppi, il miglioramento della frazione d’eiezione con l’infusione di cellule del midollo osseo era evidente tra i pazienti con una frazione di eiezione al basale minore del 49% ( 75% nel gruppo BMC versus 2.5%; p < 0.01 ), senza essere significativa nei pazienti con una frazione di eiezione maggiore del 49% ( 4% versus 3.7%; p = NS ).

Inoltre, i pazienti trattati entro 5 giorni dal loro infarto miocardico acuto non hanno mostrato alcun beneficio con l’infusione di cellule del midollo osseo rispetto al placebo, mentre i pazienti trattati dopo 5 giorni hanno mostrato un significativo aumento della frazione d’eiezione ( 7% versus 1.9%; p = 0.004 ).

Sebbene lo studio non abbia il potere statistico per individuare una differenza negli end point clinici, un trend verso una riduzione dell’end point composito di morte, infarto miocardico, o rivascolarizzazione ripetuta è stata osservata nel gruppo BMC ( 21% versus 30%; p = 0.17 ).

Lo studio REPAIR-AMI ha dimostrato che l’infusione intracoronarica delle cellule mononucleari del midollo osseo nei pazienti dopo infarto miocardico acuto ha migliorato la funzione ventricolare sinistra a 4 mesi.

Il miglioramento della funzione ventricolare sinistra è risultato maggiore nei pazienti con maggiore frazione d’eiezione ventricolare sinistra al basale ed in quelli trattati 5 giorni dopo l’infarto miocardico.

Il trattamento con cellule del midollo osseo è stato considerato sicuro ed associato ad un trend verso una riduzione degli eventi cardiovascolari maggiori.

Lo studio REPAIR-AMI è stato presentato all’American Heart Association-Scientific Sessions, 2005. ( Xagena2006 )

Fonte: American Heart Journal, 2006


Cardio2006


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