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Effetto delle statine sulla progressione della stenosi mitralica di origine reumatica


Al momento, nessuna terapia medica è efficace contro la progressione della stenosi mitralica di origine reumatica.

Uno studio ha valutato l'effetto del trattamento con statine sulla progressione a lungo termine di questa patologia in una popolazione di grandi dimensioni.

Da una bancadati con le informazioni raccolte nell’arco di 20 anni, sono stati identificati tutti i pazienti con stenosi mitralica reumatica con due o più ecocardiogrammi eseguiti a 1 anno o più di distanza.
I criteri di esclusione dallo studio erano: precedente intervento sulla valvola mitrale, rigurgito aortico più che moderato, o sintomi al primo esame.

Il campione in esame ha incluso 315 pazienti ( età media 61 anni; 224 donne ); l’11.1% dei pazienti è stato trattato con statine, mentre l’88.9% non lo è stato.
Il periodo medio di follow-up è stato di 6.1 anni ( range da 1 a 20 ).

Il tasso di diminuzione dell’area della valvola mitrale è risultato significativamente più basso nel gruppo trattato con statine, rispetto al gruppo non-trattato ( 0.027 rispetto a 0.067 cm2/anno; p=0.005 ).

La variazione annua nel gradiente transmitralico medio è risultata più bassa nei pazienti trattati con statine ( 0.20 versus 0.58 mmHg/anno; p=0.023 ).

La prevalenza di una veloce progressione della stenosi mitralica reumatica ( variazione annua nell’area della valvola mitrale superiore a 0.08 cm2 ) è stata significativamente inferiore nel gruppo trattato con statine ( p=0.008 ).

Un aumento della pressione arteriosa polmonare sistolica superiore a 10 mmHg è stato riscontrato nel 17% dei pazienti nel gruppo trattato con statine contro il 40% dei pazienti non-trattati ( p=0.045 ).

In conclusione, lo studio ha dimostrato una progressione significativamente più lenta della stenosi mitralica reumatica nei pazienti trattati con statine.
Questi risultati potrebbero avere un impatto importante nella terapia medica precoce dei pazienti con cardiopatia reumatica. ( Xagena2010 )

Antonini-Canterin F et al, Circulation 2010; 121: 2130-2136


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