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Aggiornamento in Medicina
Uno studio caso-controllo ha esaminato il potenziale uso protettivo dell’Acido Folico, somministrato nel periodo periconcezionale, sul rischio di difetti cardiaci congeniti, rispetto ad altre malformazioni non-correlate con il Folato.
Sono stati analizzati i dati di un registro regionale di grandi dimensioni di difetti alla nascita ( EUROCAT - Northern Netherlands ), riferentesi a un periodo di 10 anni ( 1996-2005 ).
I casi erano rappresentati da madri che avevano partorito bambini con difetti cardiaci isolati o complessi, senza alcuna sindrome correlata o un'anomalia genetica ( n=611 ).
Sono stati utilizzati due gruppi di controllo: uno dal database EUROCAT e un altro dalla popolazione generale.
Il controllo del Registro era costituito da madri di bambini con un noto difetto cromosomico o genetico, e di altri bambini con malformazioni congenite non-correlate al Folato ( n=2401 ).
L’Acido Folico è stato assunto come singolo supplemento o come un prodotto multivitaminico contenente Acido Folico a una dose maggiore o uguale a 400 mg al giorno.
Le madri che avevano assunto antagonisti dei folati o erano affette da diabete mellito, e le madri di bambini con schisi orale, ipospadia, difetti del tubo neurale e difetti di riduzione degli arti, sono state escluse in entrambi i gruppi.
L’uso periconcezionale di Acido Folico ha rivelato un odds ratio ( OR ) di 0.82 per tutti i tipi di difetti cardiaci congeniti, rispetto ad altre malformazioni.
Il rischio stimato relativo per i difetti cardiaci congeniti con l’uso aggiuntivo di Acido Folico, rispetto alla popolazione generale, è risultato paragonabile ( OR=0.74 ).
L'analisi per sottogruppi ha mostrato un OR di 0.62 per i difetti del setto nella forma isolata.
I risultati dello studio sono a sostegno dell'ipotesi che l’uso addizionale, periconcezionale, di Acido Folico riduca il rischio di malattia coronarica nei neonati.
L'impiego di integratori di Acido Folico nel periodo periconcezionale è risultato correlato a una riduzione della prevalenza di malattia coronarica di circa il 20%. ( Xagena2010 )
van Beynum IM et al, Eur Heart J 2010; 31: 464-471
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