Aggiornamenti in Cardiologia
Aggiornamento in Medicina
Risultati contrastanti da recenti studi osservazionali hanno sollevato questioni riguardanti il beneficio apportato dai beta-bloccanti ai pazienti sottoposti a bypass coronarico ( CABG ).
Inoltre, l'efficacia della terapia con beta-bloccanti a lungo termine nei pazienti sottoposti a CABG dopo la dimissione ospedaliera è incerta.
Lo studio ha incluso 5.926 pazienti consecutivi sottoposti a CABG dimessi in vita.
La prevalenza e la costanza di utilizzo dei beta-bloccanti sono state determinate nei pazienti con e senza una storia di infarto del miocardio.
I beta-bloccanti sono stati sempre utilizzati in 1.280 pazienti ( 50.9% ) con precedente infarto miocardico dopo CABG e 1.642 pazienti ( 48.1% ) senza precedente infarto miocardico dopo CABG.
Rispetto ai pazienti che hanno assunto sempre beta-bloccanti ( n=2.922, 49.3% ), il rischio di morte per tutte le cause è risultato significativamente più elevato tra gli utilizzatori di beta-bloccanti incostanti ( hazard ratio, HR=1.96 ); il non avere mai utilizzato beta-bloccanti è risultato associato a un aumentato rischio di morte per tutte le cause ( HR=1.42 ) e a un composito di eventi cardiovascolari avversi ( HR=1.29 ).
Nella coorte senza infarto miocardico, l’hazard ratio di mortalità per tutte le cause è stato pari a 1.70 negli utilizzatori incostanti e 1.23 nei non-utilizzatori.
Nella coorte infarto miocardico, la mortalità è stata maggiore per gli utilizzatori incostanti ( HR=2.14 ), e per i non-utilizzatori ( HR=1.59 ).
In conclusione, nei pazienti con o senza precedente infarto miocardico, sottoposti a CABG, l'uso costante di beta-bloccanti è risultato associato a un minor rischio di mortalità a lungo termine e di eventi avversi cardiovascolari.
Si dovrebbero sviluppare strategie per comprendere e migliorare le prescrizioni di beta-bloccanti alla dimissione e l'aderenza del paziente alla terapia a lungo termine. ( Xagena2015 )
Zhang H et al, Circulation 2015; 131: 2194-2201
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