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La terapia con statine associata a regressione dell’aterosclerosi cronica


La terapia con statine è associata ad una regressione del 5% o maggiore dell’aterosclerosi coronarica quando i livelli di colesterolo LDL vengono ridotti ed i livelli di colesterolo HDL vengono aumentati più del 7.5%.

Questa è la conclusione dell’analisi di 4 grandi studi, in cui 1455 pazienti, di età media 57.6 anni, con malattia coronarica sono stati sottoposti ad ultrasonografia intravascolare, mentre stavano assumendo le statine.

I pazienti erano per il 73% uomini, per il 92% di razza bianca e con indice di massa corporea ( BMI ) medio di 30.

L’analisi ha riguardato i seguenti studi:

- REVERSAL ( Reversal of Atherosclerosis With Aggressive Lipid Lowering ),

- CAMELOT ( Comparison of Amlodipine vs Enalapril to Limit Occurrence of Thrombosis );

- ACTIVE ( ACAT Intravascular Atherosclerosis Treatment Evaluation );

- ASTEROID ( A Study to Evaluate the Effect of Rosuvastatin in Intravascular-Ultrasound Derived Indices of Coronary Atheroma Burden ).

Durante la terapia con statine, i livelli medi di colesterolo LDL si sono ridotti del 23.5% ( p < 0.001 ), mentre i livelli del colesterolo HDL sono aumentati del 7.5% ( p < 0.001 ).
Il rapporto colesterolo LDL/HDL si è ridotto del 26.7% ( p < 0.001 ).

Questi cambiamenti sono risultati associati a una sostanziale regressione dell’ateroma del 5% o più.
La regressione aterosclerotica è stata osservata nei pazienti con livelli di LDL inferiori a 87.5 mg/dl durante il trattamento e con un aumento del 7.5% dei livelli di colesterolo HDL ( p < 0.001 ).

I cambiamenti lipidici erano associati ad un aumento medio del volume percentuale dell’ateroma dello 0.5% ( da 39.7% a 40.1% ) ( p = 0.001 ) e a una riduzione media del volume totale dell’ateroma di 2.4 mm3 ( p < 0.001 ).

Lo studio ha evidenziato il ruolo ateroprotettivo del colesterolo HDL e l’importanza degli interventi terapeutici tesi ad aumentarne i livelli.

Secondo Stephens Nicholls della Cleveland Clinic, la scelta della terapia per i pazienti con malattia cronica dovrebbe tener conto dell’effetto sia sul colesterolo LDL che sul colesterolo HDL.

Fonte:

1) Journal of American Medical Association, 2007

2) European Heart Journal, 2005


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