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Lesioni alla biforcazione coronarica trattati con impianto di stent semplice o complesso: sopravvivenza a 5 anni


Studi randomizzati di stenting della biforcazione coronarica hanno mostrato risultati migliori da una strategia semplice provvisoria piuttosto che da una strategia complessa ( previsti due stent ) in termini di efficacia e sicurezza a breve termine.

E’ stata riportata la mortalità per tutte le cause a 5 anni sulla base di dati aggregati da due grandi studi di impianto di stent della biforcazione coronarica con metodologia simile: Nordic Bifurcation Study ( NORDIC I ) e British Bifurcation Coronary Study ( BBC ONE ).

Entrambi gli studi multicentrici randomizzati hanno confrontato tecniche semplici ( T-stenting provvisorio ) rispetto a tecniche complesse ( culotte, crush, e T-stenting ), utilizzando stent medicati.

È stata analizzata la mortalità per tutte le cause a 5 anni.
I dati sono stati raccolti da telefonate di follow-up, cartelle cliniche, e dal monitoraggio della mortalità nazionale.

Il follow-up è risultato completo per 890 su 913 pazienti ( 97% ).
Il gruppo semplice e il gruppo complesso sono stati simili in termini di caratteristiche del paziente e di lesione.

La mortalità a 5 anni è risultata più bassa tra i pazienti che hanno subito una strategia semplice, piuttosto che una strategia complessa ( 17 pazienti, 3.8%, rispetto a 31 pazienti, 7.0%; P=0.04 ).

In conclusione, per le lesioni di biforcazione coronarica, un approccio con unico stent provvisorio sembra essere associato a più bassa mortalità a lungo termine rispetto a una tecnica sistematica con doppio stent. ( Xagena2016 )

Behan MW et al, Eur Heart J 2016; 37: 1923-1928

Cardio2016



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