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Prognosi favorevole per la pericardite con e senza coinvolgimento del miocardio


La storia naturale della miopericardite / perimiocardite è poco conosciuta e dati recentemente pubblicati hanno presentato dati contrastanti sugli esiti.

Uno studio di coorte, prospettico, multicentrico, ha valutato la prognosi.

In totale, 486 pazienti ( età media 39 anni, range 18-83, 300 uomini ) con pericardite acuta o una sindrome infiammatoria miopericardica ( miopericardite / perimiocardite ) ( 85% idiopatica, 11% da malattia del tessuto connettivo o malattia infiammatoria intestinale, 5% infettiva ) sono stati valutati in modo prospettico nel periodo 2007-2011.

La diagnosi di pericardite acuta si è basata sulla presenza di 2 criteri clinici su 4 ( dolore al petto, sfregamenti pericardici, diffuso sopraslivellamento del tratto ST o depressione del tratto PR e nuovi versamenti pericardici o in via di peggioramento ).
Il coinvolgimento infiammatorio miopericardico è stato sospettato con modifiche atipiche nell’ECG per pericardite, aritmia cardiaca, elevazione della troponina e / o disfunzione ventricolare di nuova insorgenza o in via di peggioramento all’ecocardiografia, e confermato dalla risonanza magnetica cardiaca.

Dopo un follow-up medio di 36 mesi la normalizzazione della funzione ventricolare sinistra è stata raggiunta in più del 90% dei pazienti con miopericardite / perimiocardite.

Non sono stati registrati decessi, così come l'evoluzione a insufficienza cardiaca sintomatica o a disfunzione ventricolare sinistra.

Le recidive ( principalmente pericardite recidivante ) sono state la più comune complicanza durante il follow-up e sono state più frequentemente rilevate nei pazienti con pericardite acuta ( 32% ) rispetto a miopericardite ( 11% ) o perimiocardite ( 12%, P minore di 0.001 ).

L’aumento della troponina non è stato associato a un aumento delle complicanze.

In conclusione, l’esito delle sindromi infiammatorie miopericardiche è positivo.
A differenza delle sindromi coronariche acute, l’aumento della troponina non è un marker prognostico negativo in questo ambito. ( Xagena2013 )

Imazio M et al, Circulation 2013 ; Published online before print

Cardio2013



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