Prevenzione e  Terapia dello Scompenso Cardiaco
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Risposta alla terapia preventiva di resincronizzazione cardiaca in pazienti con cardiomiopatia ischemica e non-ischemica


Non ci sono dati clinici relativi alla risposta differenziale alla terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore ( CRT-D ) in base all’eziologia della cardiomiopatia in pazienti lievemente sintomatici.

È stato valutato l’esito dei pazienti arruolati nello studio MADIT-CRT in base a eziologia ischemica e non-ischemica della cardiomiopatia.

La risposta clinica a terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore è stata valutata tra i pazienti con cardiomiopatia ischemica ( n=1046 ) e non-ischemica ( n=774 ) arruolati nello studio MADIT-CRT nel corso di un follow-up medio di 2.4 anni e la risposta ecocardiografica è stata valutata a 1 anno.

La terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore versus terapia ICD è risultata associata a riduzioni, rspettivamente, del 34% ( P=0.001 ) e del 44% ( P=0.002 ) nel rischio di scompenso cardiaco o di decesso tra i pazienti con cardiomiopatia ischemica e non-ischemica ( P per l’interazione=0.455 ).

Nel gruppo cardiomiopatia ischemica, la terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore è risultata associata a una media di 29% e 18% di riduzioni nel volume ventricolare sinistro di fine sistole e fine diastole, rispettivamente.

Nel gruppo cardiomiopatia non-ischemica, la terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore è risultata associata a riduzioni significativamente maggiori nel volume rispetto al gruppo cardiomiopatia ischemica [ 37% e 24% volume ventricolare sinistro telesistolico e telediastolico, rispettivamente ( P inferiore a 0.001 per tutti ) ].

I sottogruppi di rischio nel gruppo cardiomiopatia ischemica che hanno mostrato una risposta clinica favorevole a terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore hanno incluso pazienti con QRS uguale o superiore a 150 ms, pressione sistolica inferiore a 115 mmHg e blocco di branca del fascio sinistro, mentre nel gruppo cardiomiopatia non-ischemica le donne, i pazienti con diabete mellito e quelli con blocco di branca sinistro hanno mostrato una risposta clinica favorevole.

In conclusione, i pazienti lievemente sintomatici con cardiomiopatia ischemica e non-ischemica hanno mostrato differenze significative nella risposta ecocardiografica a terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore e nel beneficio clinico nei sottogruppi di rischio e ciò suggerisce che la valutazione del rischio per terapia di resincronizzazione cardiaca con defibrillatore in questa popolazione deve fare riferimento specifico all’eziologia. ( Xagena2011 )

Barsheshet A et al, Eur Heart J 2011; 32: 1622-1630


Cardio2011



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