Aggiornamenti in Cardiologia
Aggiornamento in Medicina
Una sottoanalisi dello studio JUPITER ha mostrato che i benefici del trattamento con Rosuvastatina ( Crestor ) nella prevenzione primaria della malattia cardiovascolare sono maggiori per i pazienti anziani ( età superiore ai 70 anni ), rispetto ai più giovani.
Hanno preso parte allo studio JUPITER 17.802 soggetti senza malattia cardiovascolare o diabete mellito, con livelli di colesterolo LDL al di sotto di 130 mg/dl, e proteina C-reattiva ad alta sensibilità ( hs-CRP ) al di sopra di 2 mg/l; questi soggetti sono stati assegnati in modo random a Rosuvastatina 20 mg/die, oppure a placebo.
L’analisi principale aveva dimostrato una riduzione del 44% nel rischio relativo dell’endpoint primario, comprensivo di infarto miocardico non-fatale, ictus non-fatale, rivascolarizzazione, angina instabile o morte cardiovascolare tra coloro che avevano assunto Rosuvastatina.
Una sottoanalisi ha ora evidenziato una riduzione del rischio relativo dell’endpoint primario maggiore tra i soggetti anziani ( hazard ratio, HR=0.61 contro HR=0.51 per i soggetti più giovani di 70 anni; pUn effetto simile è stato anche osservato per qualsiasi infarto miocardico ( HR=0.55 ) o ictus ( HR=0.37 ), e per il composito di infarto miocardico, ictus, e morte cardiovascolare.
La riduzione del rischio assoluto associato alla Rosuvastatina è risultata maggiore tra i soggetti di 70 anni o di età superiore, rispetto ai soggetti più giovani.
Riguardo all’endpoint primario è stata riscontrata una riduzione degli eventi, negli individui più anziani, dello 0.77 contro lo 0.52 per 100 persone-anno nei soggetti più giovani.
L’NNT ( numero dei pazienti da trattare per ottenere un risultato positivo ) per l’infarto miocardico, l’ictus, o la morte cardiovascolare è stato di 29 versus 55; per l’endpoint primario o per la mortalità per qualsiasi causa di 15 versus 23; per l’endpoint primario, la mortalità o la tromboembolia venosa di 14 versus 21. ( Xagena2009 )
Fonte: ESC Meeting, 2009
Cardio2009 Farma2009